Quando il pensiero diventa tiranno: il Disturbo Ossessivo-Compulsivo

La maggior parte di noi ha fatto esperienza di pensieri ossessivi minori, come per esempio l’esserci chiesti se ci siamo ricordati di chiudere la porta o di aver spento il gas. Inoltre, la maggior parte di noi talvolta mette in atto comportamenti ripetitivi come controllare i fornelli o che la porta di casa sia chiusa, tornare indietro a controllare di aver chiuso la macchina dopo averla parcheggiata, non calpestare le fughe del pavimento, ecc.

Questo tipo di comportamenti è così comune che circa il 2-3% degli individui, in un certo momento della loro vita, soddisfa i criteri per la diagnosi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Inoltre, molti ricercatori hanno trovato molte somiglianze tra le caratteristiche di questo disturbo e alcune attività ripetitive che alcuni animali mettono in atto in condizioni di elevato conflitto, stress e frustrazione, come la pulizia del proprio pelo (grooming) o la manutenzione del proprio nido (nesting)… quante volte è capitato anche a noi esseri umani di metterci di buona lena e riordinare la propria casa o il proprio studio per recuperare una sensazione di padronanza, di controllo e di efficacia sull’ambiente circostante? O anche solo per rilassarci e per mettere in ordine nel frattempo anche i nostri pensieri?

Il DOC esordisce tipicamente dalla tarda adolescenza, ma può manifestarsi anche nei bambini (nei quali i sintomi sono straordinariamente simili a quelli degli adulti!). Più del 90% degli individui affetti da DOC soffrono sia di ossessioni che di compulsioni e tra di essi vi è un grande numero di separati o divorziati e disoccupati, cosa che non sorprende se consideriamo le grandi difficoltà relazionali che questo disturbo comporta.

Il DOC è definito dalla presenza di:

  • Ossessioni: pensieri, immagini o impulsi intrusivi, persistenti e ricorrenti che la persona vive come disturbanti, non appropriati e non controllati. La persona deve riconoscere che tali pensieri sono il prodotto della propria mente e non sono imposti dall’esterno. Molti pensieri ossessivi riguardano la sessualità, la religione, il bisogno di disporre gli oggetti in modo ordinato e simmetrico, paure di contaminazione e di fare del male a se stessi e agli altri, dubbi sul fare la cosa giusta, ecc.
  • Compulsioni: comportamenti ripetitivi finalizzati alla neutralizzazione delle ossessioni. Possono comprendere anche rituali mentali non osservabili dall’esterno come cantare, pregare o pronunciare alcune parole sottovoce. Tra le compulsioni più comuni troviamo:
  1. Lavare e pulire (Washing e Cleaning): i rituali di pulizia variano da comportamenti relativamente lievi come dedicare 15-20 minuti al lavaggio delle mani, fino a comportamenti più estremi come il lavarsi le mani tutti i giorni con il disinfettante fino al punto di farle sanguinare. Questa compulsione viene chiamata “Effetto Lady Macbeth” in onore della famosa tragedia di Shakespeare in cui Lady Macbeth, complice dell’omicidio di Re Ducan di Scozia, cerca disperatamente di lavare la macchia di sangue immaginaria che rappresenta i suoi sensi di colpa sfregandosi/lavandosi ripetutamente e freneticamente le mani.
  2. Controllare (Checking): per contrastare la paura di essere responsabile, per propria negligenza, di eventi terribili, di poter far del male a se stesso o alle altre persone, le persone possono controllare di aver spento tutte le luci, gli elettrodomestici e le serrature svariate volte prima di uscire di casa, tornare indietro dopo aver superato un incrocio per paura di aver investito un pedone, ecc.
  3. Ripetere: la persona si sente costretta a ripetere delle azioni precise, allo scopo di evitare che un pensiero ossessivo che lo spaventa si avveri; questo tipo di pensiero viene chiamato “pensiero magico”; alcuni esempi riguardano il varcare avanti e indietro una porta, accendere e spegnere un numero di volte preciso la luce, spazzolarsi i capelli un certo numero di volte, ecc.
  4. Mettere in ordine, sistemare e contare: disporre gli oggetti in un certo ordine (per dimensione, colore o funzione) e in modo simmetrico e “bilanciato”.
  5. Richiesta di rassicurazioni: richiedere continuamente agli altri conforto riguardo i propri dubbi.

Per approfondire:

  • American Psychiatric Association (APA) (2013). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.
  • Hooley, J. M., et al. (2017). Psicopatologia e psicologia clinica. Pearson.

Laureato in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia, è Dottore di Ricerca in Scienze della Formazione e della Comunicazione e Professore a Contratto presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Specializzato presso la Scuola di Psicoterapia ad orientamento Cognitivo-Costruttivista Relazionale – Centro di Terapia Cognitiva di Como, è iscritto all’Albo degli Psicologi della Lombardia (n. 16842).

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Stefano Ardenghi

Laureato in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia, è Dottore di Ricerca in Scienze della Formazione e della Comunicazione e Professore a Contratto presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Specializzato presso la Scuola di Psicoterapia ad orientamento Cognitivo-Costruttivista Relazionale – Centro di Terapia Cognitiva di Como, è iscritto all’Albo degli Psicologi della Lombardia (n. 16842).

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