Quando la felicità ha un… peso!

Il cibo è una parte fondamentale della nostra vita ed è necessario per la nostra sopravvivenza. A volte, però, per alcune persone, “mangiare” non è un’azione semplice da svolgere, anche se hanno a disposizione adeguate quantità di cibo, e può diventare fonte di malessere fisico e psicologico.

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione raramente si manifestano prima dell’adolescenza, mentre la fascia di età più esposta a questi disturbi è quella che va dai 16 ai 30 anni. Per quanto riguarda le differenze di genere, sono maggiormente colpite le donne con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini. Bisogna però fare attenzione a queste statistiche perché gli uomini molto spesso manifestano la mancata soddisfazione per il proprio corpo con il desiderio di essere più muscolosi; l’intensa attività fisica diventa quindi per i maschi il metodo di controllo del peso più diffuso e, di conseguenza, è più difficile riconoscere questi disturbi nella popolazione maschile.

Se entriamo all’interno della sfera dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, sono tre i disturbi più frequenti nella popolazione adulta: l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e il Disturbo da Binge-Eating.

Anoressia Nervosa

Il termine Anoressia Nervosa significa “perdita dell’appetito derivata dal nervosismo”. Tale definizione però è concettualmente errata in quanto la perdita di appetito non è la difficoltà principale di questo disturbo e molte volte non è neppure presente. Il punto centrale di questo disturbo è invece la costante ricerca della magrezza e la messa in atto di comportamenti finalizzati alla diminuzione del peso corporeo che va di pari passo ad una immagine del proprio corpo distorta e non realistica. I principali comportamenti messi in atto per diminuire il peso corporeo sono solitamente delle condotte restrittive, ovvero tutte quelle azioni rivolte al limitare il consumo di cibo, e le condotte di eliminazione del cibo assunto attraverso l’uso di lassativi, diuretici e del vomito auto-indotto. Le persone che soffrono di questo disturbo, nonostante spesso possano apparire emaciate, tendono a negare di avere un problema con il proprio peso. Tuttavia, possono far di tutto per cercare di nascondere la propria magrezza indossando, per esempio, abiti larghi o bevendo grandi quantità di acqua prima di venire pesate durante una visita medica. La gravità del disturbo è valutata in base all’Indice di Massa Corporea (IMC = kg/m2) che, in questi casi, è inferiore o uguale a 17 (es. ragazza alta 1,7 m e che pesa 49 kg).

Bulimia Nervosa

Anche il termine Bulimia deriva dal greco antico e significa letteralmente “fame così grande da poter mangiare un bue”. È caratterizzata da episodi di abbuffate ripetute e incontrollate seguite da condotte compensatorie per evitare l’aumento di peso, come vomito autoindotto ed eccessiva attività fisica. L’abbuffata consiste nell’assunzione fuori controllo di una quantità di cibo molto maggiore a quello che la maggior parte delle persone assumerebbe nello stesso periodo di tempo. Durante il picco dell’abbuffata, una persona può arrivare a consumare fino a 4800 calorie, pari a quasi 18 pizze “margherita”. Anche in questo disturbo è presente una forte preoccupazione per il peso corporeo, ma le persone che soffrono di bulimia sono solitamente normopeso o lievemente in sovrappeso.

Disturbo da Binge-Eating

Si tratta della forma più diffusa dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (circa il 2% della popolazione mondiale). Questo disturbo presenta caratteristiche molto simili alla Bulimia Nervosa, come la presenza di abbuffate ripetute e incontrollate, ma le persone che soffrono di questo disturbo non mettono in atto nessuna condotta di eliminazione o compensatoria per contrastare l’aumento del peso e, inoltre, raramente seguono una dieta. Molte volte, infatti, questo disturbo è associato all’essere in sovrappeso o addirittura obesi.

Per approfondire:

  • American Psychiatric Association (APA) (2013). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.
  • Hooley, J. M., et al. (2017). Psicopatologia e psicologia clinica. Pearson.

Laureato in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca, è Dottore di Ricerca in Scienze della Formazione e della Comunicazione e Professore a Contratto presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Specializzato presso la Scuola di Psicoterapia ad orientamento Cognitivo-Costruttivista Relazionale – Centro di Terapia Cognitiva di Como, è iscritto all’Albo degli Psicoterapeuti della Lombardia (n. 15957).

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Valerio Salvarani

Laureato in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca, è Dottore di Ricerca in Scienze della Formazione e della Comunicazione e Professore a Contratto presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Specializzato presso la Scuola di Psicoterapia ad orientamento Cognitivo-Costruttivista Relazionale – Centro di Terapia Cognitiva di Como, è iscritto all’Albo degli Psicoterapeuti della Lombardia (n. 15957).

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