Che Locus of Control hai?

I: “Se il mercato continua così finirà che dovremo chiudere i battenti…”

R: “Questo perché i clienti non capiscono il prodotto!” – “…perché i competitor abbassano troppo il prezzo e non c’è modo di competere contro questo”

Ascoltiamo questo tipo di conversazioni molto frequentemente, che si tratti di questioni di economia o di altra tematica, quello che vorrei portare alla vostra attenzione è l’approccio alle questioni.

Abbiamo sempre almeno due macro cornici possibili entro cui leggere ciò che accade nella vita, sia che si tratti di risultati personali o risultati professionali.

Julian B. Rotter, psicologo americano, nel 1954[1] descrisse queste due cornici come “Locus of Control Internal and External”, in italiano traducibile come “Luogo di Controllo Interno ed Esterno”.

Rotter si riferiva con questi termini alla possibilità delle persone di leggere gli eventi della propria vita come prodotti del proprio comportamento o dei comportamenti altrui.

Usare un Locus of Control External significa sentire ad esempio che i risultati di ciò che sto producendo ora, in qualsiasi area della vita, dipendano maggiormente da fattori esterni a me, da qualcosa di esterno responsabile di ciò che ho o di quello che sono ora.

Si riconosce facilmente questo tipo di lettura degli eventi semplicemente ascoltando le conversazioni intorno a noi. Sentirete alcuni interlocutori pronunciare frasi del tipo “è per via del mio capo che non ho raggiunto i risultati che dovevo”, “tutta colpa della politica di oggi…” e via così.

Queste frasi vengono asserite come verità assolute, ma si tratta in realtà di cosa una persona crede, di quello che una persona vede o interpreta di una determinata situazione.

Chi sviluppa invece un Locus of Control Interno avverte che gli accadimenti dipendono da sé stesso. Certo non è sempre una piacevole sensazione, perché implica un’assunzione di responsabilità a volte ingombrante e pesante, ma non significa sentire di avere il controllo di tutto ciò che accade intorno a noi.

La questione è avvertire di avere la possibilità di controllo sul come si risponde a ciò che accade. Non possiamo quindi singolarmente avere un impatto così rilevante su tematiche come l’economia del Paese ad esempio, ma abbiamo il controllo su come rispondiamo allo stato di economia e politica odierna.

Ad esempio nelle crisi economiche anche gravi posso rilevare dei bisogni emergenti del mercato a cui rispondere e posso quindi lavorare su questo per migliorare anche la mia economia offrendo una risposta a queste nuove esigenze.

E’ possibile passare da una prospettiva all’altra comprendendo che posso reagire a ciò che accade intorno a me, ricordandomi che ho il potere di assumere delle decisioni, e ho la capacità di fare qualcosa per modificare la mia realtà.

Queste due visioni degli eventi hanno inoltre un importante effetto sullo sviluppo dell’autostima. Se sento infatti di avere la possibilità, le capacità, di poter influenzare la vita e reagire a ciò che ci circonda svilupperò un più solido senso di autoefficacia che a sua volta rinforzerà l’autostima.

Viceversa se assumo una lettura passiva e subisco gli eventi circostanti come più influenti su di me e sul mio ambiente rispetto alla mia capacità di farvi fronte, mi sentirò in balia di essi e proverò un senso di frustrazione e impotenza, che mi riconfermerà un basso livello di autostima. E via così.

La buona notizia è che è assolutamente possibile apprendere il modo di passare da una prospettiva Esterna ad una Interna, si tratta di esercitarsi e fare uno sforzo inizialmente costante nel focalizzarsi sul proprio spazio decisionale e sulla propria assunzione di responsabilità.

Se vi sentite una barca in balia degli eventi, il consiglio è di guardare agli strumenti che avete ed imparare ad utilizzarli. Vele, timone, ancore e tutta la restante strumentazione per muoversi nel mare anche in tempesta sono lì con voi. Scopriteli e sfruttateli, faranno la differenza!

[1] Rotter, J. B., Social Learning and Clinical Psychology, Prentice-Hall, 1954

Laureata in Psicologia Clinica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Specializzata presso la Scuola di Psicoterapia ad Orientamento Sistemico e Socio-Costruzionista di Milano – Centro Panta Rei, è iscritta all’Albo degli Psicoterapeuti della Lombardia (n. 13131). Abilitata alla valutazione peritale come Consulente Tecnico di Parte (CTP) e Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) presso lo Studio RiPsi, è terapeuta EMDR.

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Silvia Maddalena Valota

Laureata in Psicologia Clinica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Specializzata presso la Scuola di Psicoterapia ad Orientamento Sistemico e Socio-Costruzionista di Milano – Centro Panta Rei, è iscritta all’Albo degli Psicoterapeuti della Lombardia (n. 13131). Abilitata alla valutazione peritale come Consulente Tecnico di Parte (CTP) e Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) presso lo Studio RiPsi, è terapeuta EMDR.

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