Finché c’è vita c’è sper… ansia!

Mentre la paura è una reazione di allarme che si presenta davanti ad un pericolo immediato, l’Ansia è una preoccupazione che tutti noi proviamo di fronte ad un possibile pericolo futuro.

L’Ansia, a volte, può essere utile in quanto ci aiuta ad essere preparati di fronte ad una sfida e ad avere un buon livello di performance. È normale che il nostro corpo ci prepari ad affrontare un pericolo o una sfida, come può esserlo un colloquio di lavoro, un compito in classe o una presentazione in pubblico, attraverso un incremento del battito cardiaco, un aumento della frequenza del respiro, aumentando la sudorazione o attraverso la sensazione di avere le farfalle nello stomaco. Anche la nostra mente sarà occupata a prepararci a questo evento, riportando la nostra attenzione al nostro obiettivo e continuando a “rimuginare” su di esso.

Quando però l’ansia che proviamo aumenta, si iniziano ad avere conseguenze spiacevoli che possono sfociare nei disturbi d’ansia. Questi disturbi sono caratterizzati da livelli di ansia elevati, che causano stress, che perdurano per un periodo di tempo prolungato e che interferiscono nella nostra vita di tutti i giorni. I disturbi d’ansia sono molto comuni in quanto colpiscono il 29% della popolazione in un qualche momento della loro vita e sono la categoria di disturbi più comuni per le donne e la seconda più comune per gli uomini.

Esistono diverse tipologie di disturbi d’ansia:

Fobie Specifiche: tutti noi abbiamo paura di qualcosa: film horror, tigri, clown… film horror con clown che cavalcano tigri! Tuttavia, siamo in presenza di una Fobia Specifica quando la paura che proviamo in una specifica situazione o davanti ad un oggetto è così intensa da portare la persona a provare elevati livelli di stress o a limitare il proprio funzionamento. Le Fobie Specifiche sono molto comuni e si manifestano in circa il 12% delle persone. Esistono cinque diversi sottotipi di fobie:

  • Animali: serpenti, ragni, cani, insetti, uccelli
  • Ambiente naturale: temporali, altezze, acqua
  • Sangue, iniezioni e ferite: vedere del sangue o una ferita, ricevere un’iniezione, vedere una persona sulla sedia a rotelle
  • Situazioni: trasporti pubblici, gallerie, ponti, ascensori, volare, guidare, spazi chiusi
  • Altro: soffocare, vomitare, fobia dello spazio (paura di cadere se lontani da muri o altri sostegni)

Fobia Sociale: è la marcata e persistente paura di essere in situazioni sociali giudicate imbarazzanti e umilianti. In queste situazioni, l’individuo teme che possa essere giudicato e valutato negativamente dagli altri. Quasi due terzi delle persone affette da Fobia Sociale soffrono di altri disturbi d’ansia, circa il 50% presenta sintomi depressivi e approssimativamente un terzo abusa di alcol per cercare di gestire le situazioni temute. Inoltre, a causa dell’evitamento delle situazioni sociali stressanti, queste persone hanno in media tassi di occupazione e uno status socio-economico più bassi.

Una variante asiatica della fobia sociale è rappresentata dal disturbo giapponese taijin kyofusho che significa letteralmente “disturbo (sho) della paura (kyofu) delle relazioni interpersonali (taijin)”. Mentre gli occidentali che soffrono di fobia sociale temono le situazioni in cui potrebbero essere giudicati o criticati, al contrario le persone affette da taijin kyofusho sono preoccupate di offendere o imbarazzare gli altri arrossendo, emettendo un cattivo odore, fissando l’altro in maniera inappropriata oppure tramite i propri difetti fisici. Questo disturbo costituisce un chiaro esempio di come i disturbi psicopatologici vengano condizionati dalla cultura di riferimento: i bambini giapponesi, per esempio, fin da piccoli vengono incoraggiati ad essere remissivi, obbedienti, dipendenti dalle proprie madri, a temere gli estranei e ad essere attenti a tutti quei segnali della comunicazione che non sono verbali (sguardo, postura, ecc.).

Disturbo di Panico: si ha un Disturbo di Panico quando siamo in presenza di ripetuti e inaspettati attacchi di panico. La persona è inoltre molto preoccupata di avere un altro attacco di panico. Approssimativamente il 4,7% della popolazione adulta ha sofferto di un Disturbo di Panico in qualche momento della sua vita. Ma che cosa è un attacco di panico? Spesso le persone lo descrivono come un “fulmine a ciel sereno”. Si tratta di un evento intenso, ma di breve durata (circa 20-30 minuti) in cui devono verificarsi almeno 4 dei seguenti sintomi:

  • Palpitazioni, cardiopalmo e tachicardia
  • Sudorazione, brividi o vampate di calore
  • Sensazione di soffocamento o di asfissia
  • Dolore al petto
  • Tremori, torpore o formicolio agli arti
  • Sentirsi distaccati da se stessi e dalla realtà circostante
  • Paura di perdere il controllo, di impazzire o di morire

Dal momento che la maggior parte dei sintomi di un Attacco di Panico sono fisici, non deve sorprendere che fino all’85% delle persone che hanno avuto un Attacco di Panico si presentano al Pronto Soccorso per quello che considerano un problema medico, perlopiù cardiaco.

Agorafobia: il termine Agorafobia significa letteralmente “paura dell’agora”, parola greca che si riferisce ai “luoghi di ritrovo all’aria aperta”. Le situazioni più comunemente temute ed evitate includono strade e luoghi affollati come centri commerciali, cinema, negozi e lo stare in fila. A volte l’Agorafobia si sviluppa come conseguenza di un Disturbo di Panico: preoccupati di poter avere un Attacco di Panico da un momento all’altro, le persone che soffrono di Agorafobia provano una forte ansia in situazione dalle quali sarebbe difficile o imbarazzante scappare o nelle quali non sarebbe disponibile un aiuto immediato.

Disturbo d’Ansia Generalizzato (DAG): questo disturbo prevede la presenza di ansia e preoccupazione su diversi aspetti della propria vita (la famiglia, il lavoro, le finanze, il proprio stato di salute, ecc.) che perdura nel tempo (almeno per 6 mesi). Il Disturbo d’Ansia Generalizzato è circa due volte più frequente nelle donne e circa il 5,7% della popolazione ha sofferto di questo disturbo almeno una volta nella sua vita.

Per approfondire:

  • American Psychiatric Association (APA) (2013). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.
  • Hooley, J. M., et al. (2017). Psicopatologia e psicologia clinica. Pearson.

Laureato in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca, è Dottore di Ricerca in Scienze della Formazione e della Comunicazione e Professore a Contratto presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Specializzato presso la Scuola di Psicoterapia ad orientamento Cognitivo-Costruttivista Relazionale – Centro di Terapia Cognitiva di Como, è iscritto all’Albo degli Psicoterapeuti della Lombardia (n. 15957).

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Valerio Salvarani

Laureato in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca, è Dottore di Ricerca in Scienze della Formazione e della Comunicazione e Professore a Contratto presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Specializzato presso la Scuola di Psicoterapia ad orientamento Cognitivo-Costruttivista Relazionale – Centro di Terapia Cognitiva di Como, è iscritto all’Albo degli Psicoterapeuti della Lombardia (n. 15957).

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